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Moretta fanese 25

Moretta fanese

Il fine pasto #Marchigiano per eccellenza: la #Moretta Fanese ☕️

E’ la tipica bevanda dei Marinai di #Fano (PU) nata dalla tradizione di scaldarsi nelle fredde giornate invernali.
Diventata “#Prodotto #Agroalimentare #Tradizionale“, dal 2001 è entrata a far parte dei cocktail ufficiali #AIBES (Associazione Italiana #Barman e Associati).

MORETTA – (MURÈTA in dialetto di Fano) – (MORETTA FANESE) – (MORETTA DI FANO)

La Moretta che oggi è stata riconosciuta a tutti gli effetti come cocktail dall’AIBES, è un caffè forte e robustamente corretto, originariamente solo dal rum e successivamente dal mix di rum, anice e brandy. Tipico del fanese sin dalla fine dell’800 (per lo meno è solo fino ad allora che si possono retrodatare le documentazioni cartacee) questo caffè dalla forte correzione calda nasce per i lavoratori dell’alba, per tutte quelle persone che dovevano affrontare le intemperie del duro lavoro mattutino (pescatori, spazzini, mercanti), che nella Moretta trovavano un buon corroborante e un modo per scaldarsi da dentro. È del 1908 la prima pubblicità di una “Moretta eccellente al Rhum” a L 0,10 di Caffè Cavour del centro di Fano a seguito del quale una lunga lista di bar fanesi si applicheranno a miscelare questa preziosa bevanda che si è raffinata e perfezionata nel tempo fino ad arrivare ai nostri giorni. Perdendo la sua originale caratteristica di bevanda per i “lavoratori”, la moretta è entrata nella quotidianità di tutte le case dei fanesi acquisendo quel valore di tradizionalità che la porta ad essere oggi un simbolo di “fanesitudine”, cioè un prodotto che parla della propria terra. 

La Moretta si prepara riscaldando in un bicchiere di vetro da osteria la miscela, in parti uguali, di Rum, Anice, Brandy con l’aggiunta di zucchero, a seguire si taglia una scorzetta di limone sul preparato e si addiziona il caffè espresso, facendo attenzione a lasciare divisi i caratteristici tre strati del composto (il giallo del liquore, il nero del caffè e la bruna schiuma dell’espresso). Intorno alle dosi precise del mix dei tre liquori costitutivi della Moretta c’è del mistero, molti ristoranti fanesi hanno la propria ricetta che custodiscono gelosamente,
ognuno per difendere l’eccellenza del proprio prodotto; prodotti che in sostanza differiscono gli uni dagli altri nell’utilizzo di poche gocce di un liquore in più o in meno oppure nella scelta degli stessi prodotti di una diversa marca. 

La Moretta si può preparare al bar come anche in casa; al bar quello che serve è una macchina espresso: con il beccuccio del vapore si scaldano la miscela dei liquori insieme a zucchero e scorza di limone direttamente nel bicchiere di vetro da osteria, quando lo zucchero è ben sciolto si fa scendere il caffè espresso sul lato interno del bicchiere facendolo “adagiare” sopra il mix alcolico in modo da ottenere la stratificazione dei componenti. A casa, se non si dispone di una macchina per l’espresso, si utilizza un pentolino dove si fanno sciogliere sul fornello lo zucchero con la miscela alcolica e la scorza di limone. si versa poi il preparato in un bicchiere di vetro (meglio se precedentemente riscaldato) e si aggiunge, con particolare attenzione a creare la tipica stratificazione, il caffè preparato con la moka. 

-Menu Ufficiale della cena di Papa Giovanni Paolo II con i pescatori fanesi, timbrato dal comune di Fano e con la descrizione della Moretta in latino. -Ricetta della Moretta definita dall’AIBES e pubblicata sul “Il dizionario dei cocktails” 2001, editore A.I.B.E.S. promotion s.r.l. 

La Moretta Secondo i fanesi

La storia parla chiaro, la vera ricetta della Moretta Fanese viene dal mare: le sue dosi e gli ingredienti che ne formano la ricetta sono un mix di sapori d’altri tempi fatto di gesti e di usanze antiche. Quando si afferma che la vera Moretta Fanese ha provenienza e tradizione marinara si dice una profonda verità: la sua prima ricetta deve essere passata sicuramente fra le sapienti mani di qualche marinaio che, infreddolito dal duro lavoro in barca (forse senza pensarci più di tanto) prese qualche rimanenza di bottiglie di liquore e ci mise dentro un po’ di caffè. La ricetta tramandata, e che viene preparata tutt’oggi, è da sempre la stessa e tempo e moda non l’hanno mai cambiata: si riscaldano anice, rum e cognac in parti uguali con l’aggiunta di una scorza di limone (scorza senza il bianco del sottobuccia) e a questo ” intruglio” viene unito il caffè.

Un pentolino, tre liquori e poco altro

I marinai che forse diedero vita alla prima versione della ricetta non credo avessero in barca una macchina da caffè espresso professionale; questo fa sicuramente pensare che forse la preparazione avvenisse in maniera sommaria mettendo semplicemente un pentolino sul fuoco, versandoci i tre liquori con la scorza di limone dentro e aggiungendo infine il caffè caldo dopo che la base liquorosa si era scaldata a dovere. Tutto qui, niente di più semplice e di più autentico.

Moretta, il perché del suo nome (forse…)

Leggendo i documenti e le varie testimonianze sull’origine del nome, i pareri non sono tutti unanimi: la maggioranza delle persone che riporta la propria analisi sul tema, avvalora l’ipotesi che il nome derivi dall’etichetta di uno dei tre liquori usati per la ricetta. Va infatti detto che fra gli anni 50/60 la maggior parte dei rum cubani avesse etichette che riportavano immagini di donne di colore (Muréta, in dialetto Fanese) e che quindi il nome derivi proprio da questo.
Nella preparazione della Moretta che giunge ad oggi è infatti immancabile il Rum Fantasia Creola-Baldoni che ancora oggi riporta nella sua etichetta una gradevolissima immagine di donna dalle chiare origini del centro-america.

Nel 2006 la Moretta ha avuto il riconoscimento dell’AIBES come cocktail ufficiale e qualche anno dopo (2011) è prodotto agroalimentare marchigiano di eccellenza.

La ricetta di oggi

Per concludere non vogliamo svelarvi la ricetta dei nostri giorni perché a nostro avviso di grandi segreti non ve ne sono. In (quasi) tutti i locali e bar di Fano (e non solo di Fano) si prepara una Moretta speciale come speciale è il suo sapore ed il suo aroma. Una menzione particolare, a nostro parere, va sicuramente data a tutti quei locali e bar della zona e delle vie interne del porto di Fano dove (sicuramente) potrete assaggiare una moretta con qualche marcia in più: infatti i consumatori stessi, cioè i marinai di Fano, hanno nel tempo adattato e plasmato le dosi di una ricetta secondo i loro gusti che, forse, rispecchiano i gusti dei loro predecessori. Un consiglio: non chiamate mai la Moretta “caffè-corretto”, perché la Moretta è la Moretta e dietro c’è la tradizione, il lavoro ed il profumo del mare. A differenza del caffè corretto, a nostro avviso ha un appeal ed un fascino completamente diverso.

Quale è la migliore Moretta di Fano? A voi la risposta con una avvertenza particolare, non bevetene troppe di seguito perchè altrimenti di Morette ne vedrete più di una!

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