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L'arte culinaria della regione Marche

L’arte culinaria marchigiana

La regione Marche è una terra da esplorare per la diversità dei suoi dintorni e per le sue bellezze naturali, artistiche e culinarie. Che siano in graziose piazze o borghi medievali, il tempo sembra essersi fermato in queste antiche strade ed eleganti palazzi.

Mare, sole e buon cibo

Una caratteristica importante della regione è la costa lunga 180 km con 26 località balneari che si affacciano sul mare Adriatico. Straordinari anche i paesaggi dell’entroterra: colline, parchi, boschi, uliveti. La regione Marche ha un ricco patrimonio culturale con 500 piazze, più di 1000 monumenti di grande importanza, 37 fortezze, 106 castelli, 15 fortificazioni e 170 torri; quindi, è un vero museo a cielo aperto, con città d’arte e borghi storici incastonati in lussureggianti e dolci colline, dove sono conservati capolavori unici.

L’arte culinaria marchigiana

In armonia con lo spirito del luogo, il carattere culinario marchigiano è famoso in tutto il mondo per la sua semplicità e bontà. Secondo la tradizione, gli chef marchigiani trattano tutti gli elementi del cibo con diligenza e attenzione, senza tagli, per risparmiare tempo o fatica. Dai grossi cinghiali alle piccole olive: tutto prevede un ripieno sano e privo di sprechi.

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Lunga cottura e prodotti locali

La cucina marchigiana prevede cotture lente e laboriose; famosa in tutta Italia per le buonissime olive ascolane. La ricetta? Dopo aver levato il nocciolo delle olive, vengono farcite con carne e prosciutto cotto; vaniglia, uova, parmigiano, noce moscata e cannella. Una volta concluso il ripieno sono pronte per essere ricoperte con uovo sbattuto e pangrattato; fritte in abbondante olio d’oliva per un altro minuto o due.

Arte culinaria e musica: un binomio perfetto

La cucina è rigorosa e romantica, l’arte culinaria, come la musica, può essere compresa intuitivamente. Entrambe queste arti hanno idee simili e, se possono ritenersi fuori strada, significa che hanno una nota unica di originalità. Ci sono molti libri e aneddoti sul rapporto tra musica e cucina. Si dice che il compositore Gioacchino Rossini, noto pesarese, fosse un tipico buongustaio. Ha pianto solo tre volte nella sua vita, una quando ha finito la sua prima opera, una quando ha sentito suonare Paganini e la terza volta quando ha fatto cadere accidentalmente tacchino e tartufi sulla barca mentre era nel lago.

Dopo la prima del Barbiere Di Siviglia, Rossini scrisse una lettera al soprano Isabella Colbran. Dopo aver visto la lettera, la dea decise di sposarlo. La lettera conteneva parole di ammirazione affettuose e arrossate, o di complimenti in riferimento alle sue esibizioni grandiose? No, nemmeno. Inaspettatamente, la lettera non parlava altro che della salsa al tartufo; Rossini merita davvero di essere definito un vero buongustaio. Si dice che questa lettera abbia catturato il cuore di Colbrain:

‘Oltre a non fare nulla, la cosa che preferisco probabilmente è mangiare. L’appetito è per lo stomaco come l’amore è per il cuore. Lo stomaco è come un maestro di coro, che corre e guida la nostra grande orchestra di passioni. Vuoto Lo stomaco è come un fagotto o un piccolo, grugnendo per esprimere insoddisfazione o strillando per esprimere gelosia. Viceversa, quando è pieno, lo stomaco è come un triangolo o un cembalo, emette un suono di gioia e contentezza…’

I marchigiani da sempre hanno preso sul serio la cucina, così tanto da fondare l’Accademia del Brodetto a Porto Recanati, in provincia di Macerata. Poeti e musicisti locali con un amore romantico per il cibo. Tonino Guerra, amico di Fellini, sceneggiatore e poeta, ha realizzato un ‘Orto dei frutti dimenticati’ nella sua residenza nel villaggio di Pennabilli, piantando biancospino mediterraneo e giuggiolo.

Piatti a base di frutti di mare

Il mare delle Marche regala alle persone un’atmosfera intima. Durante le vacanze estive, molti turisti si godono l’acqua del mare e l’abbronzatura. Ogni spiaggia della costa è decorata con ombrelloni di diversi colori. In piedi sulla spiaggia e guardando il mare, il colore dell’acqua è diverso dal colore del mare in altre parti d’Italia. Non l’azzurro inaccettabilmente trasparente della Sardegna, né il mare turchese di Amalfi e di Capri; l’azzurro del mare delle Marche si mescola a una sfumatura di giallo, capace di trasmette pace e serenità.

Questo mare è come uno scrigno ricco di ingredienti: infatti, ogni anno da aprile a settembre, è presente un pescato di cozze naturali. Il guscio trasuda una lucentezza scura e il sapore del piccolo mollusco è completamente diverso da quello di allevamento.

Il guscio è leggermente più piccolo, anche la carne lo è, e il colore è un tenue cachi. Ma il gusto è forte, terroso e pieno di elasticità. Può essere leggermente cotto a vapore, e condito con una salsa all’olio d’oliva aromatizzata al rosmarino, oppure cosparso di farina di pane e cotto al forno; è delizioso anche con salsa di pomodoro e tanto pepe; può anche essere cotto a vapore con succo di limone e vino bianco.

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